Sorge piuttosto lontano dall’attuale centro urbano, lungo quello che fu un antico “argine” che nel medioevo permetteva i collegamenti con Casale e Vighizzolo, costeggiando per alcuni tratti la grande palude denominata “Lago di Vighizzolo”. L’edificio è oggi una delle pochissime testimonianze di architettura romanica ancora presenti nel territorio della Bassa Padovana e l’appellativo “Cesazza” (e sue varianti) con cui i locali la stanno ad indicare non è un dispregiativo ma indice della sua innegabile vetustà. Nelle immediate vicinanze, lungo la strada arginale “della Motta” che dalla Crosarazza scendeva verso la Palude, sorgeva la Chiesa di Michele appartenente al monastero della Vangadizza di Badia. Una inscrizione presente nella “Carta del Retratto del Gorzon” indica appunto “Motta della Giesia de S. Michel”.
La chiesetta, un tempo parrocchiale, è a pianta subrettangolare, lunga quasi 18 m e larga circa 9,5 m, con un campanile posto sull’angolo nord-est alto circa 14 m terminante con un tetto a cuspide. Oggi vi si accede solo dall’interno ma un tempo, una porticina rivolta a nord, ne permetteva l’accesso dall’esterno.
A differenza di altre chiesette campestri in stile romanico questa non presenta la tipica abside sporgente all’esterno. In origine tale abside era presente ed è andata abbattuta o parzialmente inglobata nella struttura dai ripetuti rifacimenti subiti nel tempo. Il Vescovo Barozzi infatti, nella sua visita del 1489, ne testimonia la presenza e la descrive a “5 facierum ad rotunditatetendentium-cinque facce tendenti alla rotondità”. Nel XVI secolo subisce una devastante inondazione e abbandonata tanto che nella visita del 1587 l’E.mo Federico Cornelio la descrive così: “Sembra quasi una stalla, ed è totalmente priva di decorazioni”. Già nelle visite Pastorali del ‘700 la chiesetta risulta ristrutturata ed in buono stato anche se da tempo è ormai divenuta solamente chiesetta campestre i cui paramenti vengono trasportati quando necessitano dalla Parrocchiale.
Molti segni di queste vicissitudini si notano sulla sua struttura muraria. Lo zoccolo, costituito prevalentemente da un insieme caotico di frammenti di laterizi di varie epoche (anche romana) e blocchi trachitici di varie dimensioni, ne è il testimone più antico, mentre la parte alta ed il campanile dovrebbero essere di epoca rinascimentale.
L’interno è semplice, ad una sola navata con tetto in coppi sostenuto da capriate in legno e tavelle in cotto. Il pavimento è in tavelle in cotto piuttosto lise posate prevalentemente a “spina-pesce”. Al centro della navata è posta una lapide marmorea che testimonia la sepoltura in quel luogo di un “Rettore”avvenuta nel 1747.
Possiede tre altari: quello a settentrione è dedicato alla Beata Vergine ed è il più antico. Sulla parete settentrionale e nell’ultimo tratto della parete meridionale, dopo un’attenta e meticolosa opera di restauro, campeggiano ora una serie di splendidi affreschi che la rendono molto interessante sotto il profilo estetico ed al tempo stesso costituiscono una base per una migliore datazione dell’edificio o delle sue evoluzioni. Di pareti interamente affrescate parla il Vescovo Barozzi sempre nella già citata visita pastorale del 1489, mentre in quella del 1587 la si descrive totalmente spoglia. Fu probabilmente in questo lasso di tempo, forse in occasione di qualche pestilenza o di qualche grave epidemia, che le pareti vennero rintonacate a calce nascondendo così alla vista tali affreschi sino al secolo scorso.
Tra questi affreschi meritano di essere menzionati: due ritratti della “Madonna con Bambino”, “L’annunciazione” e un “San Giovanni”. La gamma di colori usati e la tecnica pittorica portano ad ascriverli al tardo Trecento.
Chiesa Santa Maria ai Prati
Via Vittorio – Località Chiesazza
35040 Ponso (Pd) Tel. 0429 95030 – 335 7514207
Periodo apertura:
Domenica per Messa Vespertina ore 18.00.
Per gruppi e scolaresche su prenotazione.
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