Anche questo paese rivierasco dell’Adige si presenta con i suoi spunti storici locali, che s’inquadrano nelle vicende della Bassa padovana. Un tempo si trovava in sinistra della pronunciatissima ansa dell’Adige, detta per l’appunto Volta di Piacenza, rettificata dai periti veneziani nel 1783,inoltre un punto di stazionamento, “restàra“, per i burchi, barconi di trasporto fluviale che risalivano l’Adige, dove si effettuava il cambio dei cavalli. Il toponimo compare, per la prima volta e nella forma “villa Placentia” in una conferma su alcuni possedimenti dell’Abbazia di Carceri nella Scodosia, fatta dal papa Urbano III, nel 1186 .
Il nome s’intreccia ben presto con quello degli Estensi e dell’Abbazia di San Maria della Vangadizza, con un documento di cessione, del 15 agosto 1216, a favore di Alice di Chatillon, vedova di Azzo VI, di 800 danari veneti di detto monastero, in cambio di alcuni territori degli Estensi nel Padovano, tra i quali si elenca la Valle del Crotarolo di Piacenza, con i diritti sulla pesca, le acque, le cacciagioni, ed i boschi. Questi soldi sarebbero serviti ad Alice per il riscatto del figlio, il futuro Azzo VII, tenuto in ostaggio dagli usurai fiorentini, per il debito contratto da Aldovrandino.
Ancora una volta Piacenza è nominata nel Codice Statutario della Repubblica di Padova del 1225. Sempre in questa località i padovani gettarono sull’Adige, nel 1393, un ponte di barche per passare alla conquista di Lendinara, Barbuglio e Cavazzana, contro Azzo, marchese di Ferrara, con il pretesto di porgere il loro aiuto ai fratelli del marchese, Francesco ed Aldovrandino. Piacenza si presenta nelle carte antiche con una pianta che parte dall’ansa del fiume, per allungarsi verso le zone di bonifica, abbastanza recente, delle Valli Mocenighe. Qui un tempo esistevano parecchie paludi, la più estesa delle quali era il Lago di Vighizzolo.
Chiesa di Sant’ Antonio Abate
Interessanti e ben documentati delle visite pastorali sono i dati relativi alla Parrocchia ed alla Chiesa di Piacenza intitolata a S. Antonio Abate. Dapprima essa è menzionata nella visita vescovile del 2 settembre 1448. Poi, la visita del 22 maggio 1683 ci rende noto che la Chiesa è stata consacrata il 5 maggio 1413 da Andrea di Montagna, vescovo di Divrasto nell’Epiro, con licenza e per commissione del vescovo di Padova Pietro Marcello. Ciò induce a credere che la Chiesa fosse stata costruita intorno al 1400. La visita del 6 ottobre 1536 segnala che il pavimento della Chiesa è stato rialzato di tre piedi (oltre un metro) a causa delle annuali inondazioni dell’Adige. Il 10 giugno 1571 il Vescovo Ormaneto si ritiene soddisfatto della bellezza della nostra Chiesa in cui primeggiava, a suo parere, la pittura della passione di Gesù Cristo. Nella visita del 1747, il Cardinale Razzonico riscontra che la Chiesa è insufficiente all’ormai accresciuta popolazione; centocinquanta anni più tardi essa viene infatti demolita per lasciare posto a quella attuale costituita da tre navate in stile neoromanico. Costruita dunque in piena seconda guerra mondiale, la Chiesa fu inaugurata nel 1944 e consacrata nel 1950. In seguito, recentemente dopo accurati lavori sia all’interno che all’esterno, essa è stata riportata agli originali splendori progettuali di cui è entrato a far parte anche il nuovo campanile. Altri siti minori:In direzione di Este si trova la contrada Barchessa: vi sorgono la settecentesca Villa a la Barchessa Mocenigo e l’oratorio di Sant’Andrea, mentre in direzione Badia Polesine in contrada Contarine sorge l’oratorio di Sant’Antonio abate.
Contatti
Presidente: Valentino Chiarello
Indirizzo: Via Dante, 68
35040 Piacenza d’Adige (PD)
Cell: +39 342 7708004
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