Sorge nella parte meridionale della provincia ed è compresa tra Pozzonovo, Stanghella, Granze, Sant’Elena e Monselice. È attraversata dalla strada statale n. 16 Adriatica; il più vicino tracciato autostradale è quello dall’A13 Bologna-Padova cui si accede tramite il casello di Boara posto a 6 km. La rete ferroviaria si raggiunge con molta facilità: la stazione di riferimento, lungo la linea Padova-Bologna, dista, infatti, appena 2 km. Il collegamento con la rete di traffico aereo è dato dall’aerostazione più vicina posta a 72 km, per le linee intercontinentali dirette si utilizza l’aeroporto di Milano/Malpensa, a 271 km. Lo scalo marittimo dista infine 53 km. Sono Este e Monselice i principali poli di gravitazione per il commercio, il lavoro e i servizi non disponibili sul posto.
Difficile è risalire all’origine del toponimo perché tante e diverse sono le ipotesi che riguardano la sua storia; la più attendibile sembra essere quella che lo vede derivare dal termine “selesate” che indica una via romana selciata, mentre discutibile è la derivazione da Solum Athesinum. Il nome ha comunque subito una trasformazione: infatti in un documento di Papa Marino II risalente al 944 viene riportato come “Sulicini”, dall’imperatore Enrico IV nel XI secolo venne mutato in “Surisini” mentre in un atto di vendita risalente alla prima metà del XII secolo compare come “Solecino” fino ad arrivare all’odierno nome. La sua storia non si discosta da quella dell’intera provincia. Per quanto riguarda il patrimonio storico-architettonico, grande importanza hanno le strutture sacre, tra le quali: la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta ricostruita e ristrutturata più volte; l’oratorio della Vergine Immacolata della prima metà del XVII secolo e la piccola chiesa eretta in onore della Natività di Maria nel XVIII secolo, a opera della famiglia Rossi. Ha, negli ultimi anni, subito una trasformazione sia nella struttura interna, con la costruzione di moderne ville, che per quanto riguarda la sua situazione economica, grazie allo sviluppo di una nota fabbrica di liquori e del commercio.
Centro di pianura, di origine medievale, la cui economia si fonda sulla positiva coesistenza di attività agricole, industriali e commerciali. I solesinesi, che presentano un indice di vecchiaia nella media, sono quasi tutti concentrati nell’unico centro abitato. Il territorio, presenta un profilo geometrico regolare, con variazioni altimetriche quasi irrilevanti. L’abitato, in contiguità ai centri Pisana e Beolo del comune di Stanghella, mostra segni di espansione edilizia. Lo stemma comunale, concesso con Regio Decreto, raffigura, in campo azzurro, una torre quadrata, accostata da due alberi e fondata su una pianura erbosa, attraversata da una fascia ondata d’argento.
Monumenti
Chiesa parrocchiale
Nell’anno 944 il paese di Solesino risultava sottoposto al vescovo di Adria, mentre nel 1155 papa Adriano IV aggregò la pieve solesinese alla diocesi di Padova.
È probabile che la chiesa fu riedificata verso il 1183, essendo stata consacrata in quell’anno dal vescovo di Padova Gerardo Offreducci da Marostica.
La pieve di Solesino non è menzionata nella decima papale del 1297, ma si legge di un monastero di Santa Maria di Solesino, dal quale dipendeva la chiesa di Sant’Elena.
Nel 1479 la cura d’anime fu affidata ai monaci olivetani di San Benedetto di Padova.
Nel 1570 il vescovo di Padova Nicolò Ormanetto, visitando la chiesa, prescrisse che l’edificio fosse sottoposto ad alcuni lavori di ripristino.
All’inizio del Seicento venne realizzata la navata destra e si cominciarono altri lavori di ampliamento, che, però, dovettero essere interrotti dalla peste del 1630.
Alla fine del secolo la chiesa era ormai insufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione e, così, nel 1688 l’allora parroco don Antonio Maria Nepoti decise di farne edificare una nuova; la prima pietra dell’attuale parrocchiale venne posta nel 1689 e l’edificio fu ultimato nel 1690. La consacrazione venne impartita nel 1893.
L’antico campanile fu demolito nel 1903 e la costruzione di quello nuovo iniziò il 21 ottobre del 1906 alla presenza dell’arciprete di Monselice Giuseppe Tedeschini, per poi terminare nel 1927.
La parrocchiale venne ristrutturata tra il 1940 ed il 1942 e più profondamente negli anni Novanta, con la costruzione della cripta e delle due ali e il rifacimento del soffitto affrescato della navata.
La facciata della chiesa, che è a capanna, è tripartita da quattro paraste tuscaniche; sopra il portale maggiore s’apre una finestra, mentre sopra i due portali laterali vi sono altrettante nicchie e finestre cieche.
L’interno è ad un’unica navata; a conclusione dell’aula vi è il presbitero, chiuso dall’abside poligonale.
Opere di pregio qui conservate sono il tabernacolo in pietra del XV secolo, una statua raffigurante la Madonna del Rosario col Bambino, copia di quella collocata nella basilica di Santa Maria della Salute di Venezia, e la statuetta lignea della Beata Vergine Maria con il Bambino, realizzata dal gardenese Ferdinando Prinoth utilizzando parti settecentesche e ottocentesche.
Oltre a questa chiesa parrocchiale, ne esisteva un’altra dedicata a S. Antonio Abate che, si dice, conservasse un dipinto di Jacopo da Ponte. A Solesino esisteva un tempo un ospedale e forse anche un monastero, che andarono distrutti verso la metà dell’Ottocento. Nel 1696 la famiglia Barbarico costruì un oratorio dedicato a San Matteo Apostolo; è da ricordare anche la chiesetta di Maria Vergine Immacolata, alle Motte, edificata nel 1631.
Chiesa di Arteselle
Nel 1731 i nobili De Rossi di Rovigo fecero costruire nella località di Arteselle una chiesetta dedicata alla Natività di Maria Santissima, e da questa è nata la nuova Chiesa Parrocchiale, iniziata nel 1860, dedicata al Cuore Immacolato di Maria Santissima e inaugurata l’anno successivo.
Feste e appuntamenti: