Il toponimo Stanghella è documentato nel 1593 ed è chiaramente un diminutivo di stanga (sbarra, steccato), anche se c’è chi sostiene che il nome indicherebbe la presenza di stagni e paludi, come in realtà esistevano.
Stanghella è legata al canale Gorzone, perché il suo percorso, ricavato da tratti di un antico corso d’acqua, indicato nelle scritture antiche con “Fossa Lovara”, è l’elemento topografico di base per spiegare gli insediamenti preistorici e medievali del territorio.
Può essere inizialmente considerato in età preistorica un diversivo dell’Adige, come si evince sia dai tragitti degli antichi alveoli che dall’odierno percorso del canale Santa Caterina. Nella Contrada Selva, si insediò, circa 5000 anni or sono un grosso villaggio, che perdurò per più di un millennio. Esso rappresenta sinora la più importante testimonianza dell’età neolitica o del rame del Veneto, come altri ritrovamenti in altre località del territorio hanno confermato.
Anche il periodo romano ha lasciato profonde tracce nel territorio; numerosi sono i ritrovamenti di vasellame e di altro materiale laterizio in vari punti, mentre alcuni rettifili di confini e le foto aeree hanno posto in evidenza l’intervento massiccio di assestamento agrario a graticolato, talvolta con sovrapposizioni di successivi ripensamenti.
Nel Medioevo ripresero vita piccoli insediamenti, probabilmente dai resti delle ville romane, racchiusi e difesi da un fossato e da terraglio, con accesso attraverso un ponte levatoio. Uno di questi villaggi con il nome di Santa Caterina, può considerarsi il primitivo villaggio di Stanghella. La sua ubicazione doveva corrispondere all’incirca con l’attuale capitello di Santa Caterina, un tempo in sinistra della Fossa Lovara.
In un atto di concessione di Guelfo, duca di Spoleto, datato 15 ottobre 1220, viene nominato detto villaggio.
Dal Asta del 1468 le proprietà terriere del ramo padovano della Casa d’Este, passano a Francesco Pisani di Ermolao per 1210 di grossi. Da questa data si può dare inizio alla trasformazione del territorio verso l’attuale assestamento: la facoltosa famiglia Pisani, facilitata dai progetti di bonifica elaborati dal Magistrato dei Beni Inculti di Venezia e realizzati sul posto dal Retratto del Gorzon, dopo la metà del Cinquecento riorganizzò il territorio in quattro grandi aziende, modificando anche il luogo dei primitivi centri abitati tra cui nucleo di Stanghella, mentre la chiesa che mantenne il vecchio titolo di Santa Caterina.
Da qui si arriva ai nostri giorni attraverso le varie costruzioni e ville che hanno formato attuale centro.
La Chiesa Parrocchiale
La parrocchiale, dedicata a Santa Caterina d’Alessandria: costruito intorno ai primi del seicento per volere della famiglia pisani che ne mantenne i diritti fino alla seconda meta’ dell’ottocento, l’edificio fu rifatto nel settecento, assumendo la struttura “a croce greca”. conserva un altare maggiore del settecentesco eseguito dal bonazza, ed un prezioso crocifisso ligneo attribuito al brustolon. Negli ultimi venti anni l’interno e’ stato abbellito da un notevole ciclo pittorico realizzato dal maestro Piero Favaro.
Villa Centanini con annesso parco
Una bella costruzione ottocentesca, l’ultimo restauro risale ai primi del ‘900, ad essa fa capo il vasto parco pubblico il tutto di proprieta’ comunale.
Museo e pinacoteca
Museo e pinacoteca: Nell’antica sede del municipio ci sono oltre la biblioteca,la pinacoteca “Favaro” il museo civico etnografico che conserva reperti archeologici e documenti relativi all’evoluzione del territorio fra cui la grande carta catastale (m. 8 x 3,5) “retratto del gorzon” realizzata nel ‘500 per il magistrato dei beni inculti di Venezia.
Contatti
Presidente: Antonella Martinengo
Indirizzo: Piazza Pighin
35048 Stanghella (PD)
Cell: +39 329 8871394
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